E' ancora possibile, fino alle 20 di stasera, porgere un saluto al compianto Vito Zappalà, in via Autonoma Siciliana (al Nuovo Teatro Zappalà, del fratello Nino e nipote Franco), scomparso ieri all'età di 88 anni e da una vita protagonista del teatro in vernacolo sul palcoscenico di questa Città.
Una ferale notizia proprio per la Città di Palermo e, insieme, una grave perdita di un artista appassionato interprete del Teatro Siciliano che ha saputo sempre incarnare, grazie ai suoi stessi natali e insieme a una nutrita famiglia d'arte, a cominciare dalle sorelle Teresa e Grazia e ai fratelli Nino e Donato e ai figli Paride e Francesca.
Capostipite del Teatro Vito Zappalà e appartenente a una dinastia di attori da molte generazioni, figlio del Commendatore Franco Zappalà, nella cornice dei mitici anni Sessanta, approda al Giardino Inglese con un tendone dove andavano in scena, con la sua famiglia, numerosi testi dei più grandi autori del vernacolo siciliano.
Vito, insieme ai suoi fratelli e sorelle, negli anni '80, realizza inoltre il suo Teatro a Mondello, prima in via principe di Scalea e poi in Viale Galatea dove si trova tuttora e meta dei tanti vacanzieri e non solo che non rinunciano alla spensieratezza che il teatro sa riprodurre. Come da tradizione di suo padre, ha sempre continuato a portare il Teatro nei vari comuni della Sicilia, un teatro itinerante e del quale andava fiero.
«Un uomo dagli occhi sorridenti e dal cuore gentile, sempre volto ai rapporti umani», umanissimi (lo ricordiamo l'estate scorsa averci accolto nel suo camper a Mondello, durante una rappresentazione, e per l'occasione averci invitato a condividere un boccone, ndr) «senza distinzioni sociali, e con l'obiettivo di lasciare con la sua Arte, un messaggio morale e non solo una risata. Eclettico nelle scene e nella vita, ha interpretato i più svariati ruoli dal macchiettista, al caratterista, al capocomico e all'attore drammatico».
Vito Zappalà, ha anche istituito negli anni '90 la prima scuola di teatro siciliano a Palermo, con il merito di aver portato sulla scena giovani, anziani e diversamente abili.
I suoi figli Paride e Francesca e i nipoti Franco e Giuseppe, Gaetana, Danilo e Cinzia, continuano la tradizione del loro Maestro.
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