«Abbiamo voluto dare un contributo costruttivo – dichiarano i deputati Cateno De Luca, Giuseppe Lombardo e Matteo Sciotto – presentando un centinaio di emendamenti che mirano a rafforzare il sistema degli enti locali, rilanciare l’economia reale e restituire dignità al governo dei territori. Non accettiamo più una visione “palermocentrica” della Sicilia: lo sviluppo deve partire dal basso, dai Comuni, che sono la spina dorsale dell’amministrazione pubblica».
Le proposte si muovono lungo nove direttrici fondamentali, individuate come leve strategiche per la ripartenza della Regione:
1. Rafforzamento del sistema degli Enti Locali;
2. Qualità dei servizi ai cittadini;
3. Sussidiarietà e decentramento;
4. Semplificazione amministrativa ed accelerazione della spesa;
5. Sviluppo imprenditoriale ed incentivazione degli investimenti;
6. Creazione di nuovi posti di lavoro e stabilizzazione dei lavoratori precari;
7. Salvaguardia dell’ambiente e del territorio;
8. Promozione turistica e culturale;
9. Mobilità sostenibile mare monti e fra territori omogenei
Nel documento si evidenzia come, negli ultimi vent’anni, i governi regionali abbiano progressivamente svuotato di risorse e competenze gli enti locali, determinando un sistema in sofferenza cronica:
- Su 391 comuni, 78 sono in stato di dissesto; 40 sono in piano di riequilibrio; oltre 200 sono in perenne stato di dissesto funzionale non riuscendo più a garantire i servizi minimi ai cittadini;
- Su 3 città metropolitane, una è in piano di riequilibrio, ma tutte sono in perenne dissesto funzionale non potendo svolgere e sostenere con continuità i servizi e le attività di propria competenza;
- Su 6 liberi consorzi, uno è in dissesto e cinque sono in perenne dissesto funzionale non potendo svolgere e sostenere con continuità i servizi e le attività di propria competenza;
«Se i comuni e le città siciliane, proseguono i deputati di Sud Chiama Nord, continuano ad essere in fondo alle graduatorie nazionali sulla vivibilità urbana, di chi è la responsabilità?
Come si può pretendere una “Sicilia Migliore” se il sistema delle autonomie locali è stato depotenziato ed abbandonato al proprio destino? Non si può continuare a far funzionare una parte del sistema Sicilia a discapito delle altre. È inaccettabile che l’apparato politico-amministrativo regionale sia sempre garantito, mentre i Comuni, i veri presidi dello Stato sul territorio, non riescono neppure a pagare i servizi minimi ai cittadini».
Il gruppo denuncia anche il progressivo indebolimento delle ATI idriche, delle SRR, dei GAL e dei DMO, organismi strategici ma lasciati senza risorse, con gravi ripercussioni sulla gestione dei servizi pubblici e sulla promozione turistica e produttiva.
Il gruppo parlamentare Sud Chiama Nord non può continuare ad accettare leggi di stabilità che ignorano le dinamiche della cosiddetta “vita reale”, quella vissuta ogni giorno dai cittadini e dai turisti che continuano a scegliere la Sicilia non certo per merito del “Sistema Sicilia”, ma per la straordinaria ricchezza culturale, archeologica e paesaggistica di questa terra. Un patrimonio che le innumerevoli dominazioni, affascinate dalla magia dell’isola, hanno contribuito a valorizzare e arricchire, costruendo un pezzo della propria cultura piuttosto che cancellare la Sicilianità che hanno trovato.
«La Sicilia – sottolineano ancora De Luca, Lombardo e Sciotto – dovrebbe essere l’Isola del bello e delle opportunità, ma continua invece ad essere il luogo dei disservizi e della disperazione sociale. Noi crediamo in una Regione guidata da una visione forte, ma articolata sul territorio, con 391 sindaci-sentinella del buon governo. Solo così potremo garantire un futuro ai nostri giovani e fermare l’emigrazione di chi è costretto a lasciare la propria terra per mancanza di prospettive».
Le proposte di Sud Chiama Nord rappresentano dunque un piano organico per restituire centralità agli enti locali, snellire la macchina burocratica e favorire una crescita sostenibile e inclusiva, nella convinzione che la rinascita della Sicilia passi da un nuovo equilibrio tra Regione e Comuni.
«Si tratta di proposte - concludono- che hanno la presunzione di dare realmente una spallata a questa tragica situazione e garantire una reale svolta per l’intero “Sistema Sicilia” perché frutto di una trentennale esperienza di vita vissuta sul territorio e nei palazzi municipali».

 
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