A Villa Magnisi Comune e medici inaugurano una panchina rossa e lanciano il claim “Se ti fa paura non è amore”

Palermo, 25 novembre
Secondo l’Osservatorio nazionale “Non Una di Meno”, dall’inizio del 2025 al 22 novembre in Italia si contano 91 casi monitorati: 77 femminicidi, 3 suicidi indotti di donne, 2 suicidi indotti di ragazzi trans, 1 suicidio indotto di una persona non binaria, 1 suicidio indotto di un ragazzo e 7 casi in accertamento, oltre ad almeno 68 tentati femminicidi e due figlicidi commessi da padri.



Per riportare al centro la gravità crescente della violenza di genere, ieri Villa Magnisi ha ospitato scuole, istituzioni, associazioni e professionisti per una giornata di riflessione titolata “Se ti fa paura non è amore” e promossa dal Comune di Palermo insieme all’Ordine dei medici di Palermo, il gruppo “Medici Sempre”, l’Istituto comprensivo “Borgese–Partanna Mondello” e il Centro antiviolenza Serenità,

“Questa non deve essere soltanto una giornata del ricordo, ma soprattutto un momento di educazione. Ognuno deve fare la propria parte, scuola, famiglia e istituzioni. Troppi femminicidi, troppe donne che muoiono per mano di uomini e che hanno amato così profondamente da non immaginare di ricevere uno schiaffo o una pugnalata anziché una carezza. Dobbiamo mantenere alta l’attenzione. Basta femminicidi. Siamo qui non solo per inaugurare una panchina rossa, ma perché è necessario parlare con i giovani e con l’intera collettività. Sono certa che, con più sensibilizzazione e più educazione, leggeremo meno pagine di cronaca nera”. Lo ha detto Mimma Calabrò, assessore alle Attività sociali, Politiche di genere e pari opportunità del Comune di Palermo.

“Se ti fa paura non è amore” è il claim riportato sulla targhetta della panchina rossa inaugurata nel giardino della Villa, simbolo di consapevolezza e responsabilità collettiva.

“La violenza è un fenomeno trasversale che coinvolge tutta la comunità – ha sottolineato il presidente dell’Ordine Toti Amato – e richiede una visione ampia del concetto di genere, che comprende bambini, anziani e persone che vivono in contesti sociali diversi. Il genere non coincide con la distinzione uomo donna, ma con l’insieme delle esperienze e dei comportamenti. La storia ci ricorda come alcune identità siano state considerate erroneamente patologie. Oggi la scienza ci invita a leggere la complessità umana con più maturità. Il medico deve saper riconoscere ogni forma di sofferenza e lavorare in equipe con pedagogisti, psicologi e mediatori familiari. Solo un approccio multidisciplinare può davvero proteggere i più vulnerabili. Ed è per questo che serve potenziare la formazione, così da individuare anche i segnali più discreti di violenza e offrire un sostegno continuo”.

Sulla stessa linea il direttore della Uoc di Ginecologia e Ostetricia dell’Arnas Civico di Palermo Antonio Maiorana (consigliere Omceo), che ha richiamato “le tante sfumature della violenza sulle donne, così tante da far passare in secondo piano persino la sfera ginecologica perché i modi di colpire una donna sono infiniti, sociali, psicologici, fisici e anche sessuali. Noi ginecologi siamo in prima linea, soprattutto nella tutela dei bambini. All’ospedale Civico esiste un percorso diagnostico terapeutico assistenziale dedicato alle violenze sui minori, in particolare sulle bambine, gestito con un approccio multidisciplinare ormai ben consolidato. Lo siamo anche di fronte alla violenza sulla donna adulta, compresa quella in gravidanza, un aspetto spesso non discusso ma estremamente delicato, perché in quel caso la vittima non è solo la donna ma anche il nascituro. E lo siamo nella gestione della violenza sessuale in generale, un tema centrale nel quale offriamo un sostegno che non è soltanto clinico, ma anche psicologico. Ci prepariamo ogni giorno per dare risposte adeguate”.

Al dibattito, introdotto e moderato dalla consigliera comunale Catia Meli e dalla consigliera della VII circoscrizione Gabriella Ganci, sono intervenute anche la psicologa e psicoterapeuta Corinna Gugliotta; Tiziana Martines, assistente sociale della cooperativa sociale Serenità; Silvia Como, dirigente del commissariato San Lorenzo; le rappresentanti dell’associazione Sara Campanella Ets; Anna Maria Caruana, dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo statale “Borgese–Partanna Mondello”; Giovanna De Pietro, dirigente scolastico dell’Istituto superiore “Ettore Majorana”.


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