Seduta Consiglio Provinciale del 11 marzo 2013

Sig. Presidente del Consiglio Provinciale, Sigg.ri Consiglieri,

il mio è un intervento del tutto personale al di fuori del nostro gruppo del Partito Democratico.

Tenuto conto che in non pochi casi la medicina, a volte, crea danni superiori alla stessa malattia, e riflettendo sul pensiero di Alfred Jarry ( scrittore e drammaturgo francese) che in una sua opera scrisse: “ Io ho cambiato il Governo e ho fatto scrivere che tutti avrebbero dovuto pagare le imposte due volte, e certi che saranno designati ulteriormente, anche tre. Con questo sistema presto avrò fatto fortuna, avrò distrutto lo Stato, e dunque ammazzo tutti e me ne vado”.

In virtù di questo assunto mi è obbligo citare anche Cartesio ( Reneè De Scartes) con il suo” editto“ Cogito ergo sum”: - Io penso, dunque sono-, che mi dà certezza e diritto di esprimere le mie idee, e dunque poter dire la mia circa la controversa riforma riferita, in particolare, alla abolizione delle Province presentata come il toccasana dei nostri mali.

Mi riferisco al Disegno di legge sostenuto dal Governatore Crocetta che domani approderà nell’Aula del Parlamento siciliano per l’approvazione.

Intendo sottolineare che non sono mosso da spirito di parte, in quanto soggetto interessato alla riforma ma, semmai, da sentimento di verità e onestà intellettuale evidenziando di non comprenderne lo spirito che appare nella sua stesura non confacente a mio modesto avviso a coniugare risparmio e funzionalità di un sistema che salvaguardi gli interessi generali di un territorio.

Basti pensare che i territori legati ai Consorzi dei Comuni dovranno essere ancora individuati con legge senza parlare, poi, della complessa procedura di adesione dei singoli Comuni al Consorzio , vedasi art. 2 del disegno di legge la cui norma che regola il Consorzio prevede quale requisito fondamentale : popolazione di 150.000 abitanti residenti nei Comuni aderenti e l’ambito deve avere la caratteristica della continuità territoriale e la presenza di più comuni.

Fatta una ricerca su internet e presi i dati Istat della popolazione residente per Comune, ho avuto la conferma del disastro a cui andremmo incontro sia per gli aspetti della continuità territoriale sia per popolazione residente.

A questo si somma la non chiarezza circa compiti e materie, senza trascurare di come saranno affrontati e quali soluzioni organizzative mettere in atto alle nostre specificità territoriale, ad esempio: Stadio Provinciale, Università agli Studi, Airgest, personale dipendente di ruolo e non, tra cui i precari da stabilizzare, nonché, tutte le quote delle società partecipate o dei Consorzi, per non parlare della situazione delle nostre isole: Egadi e Pantelleria .

La politica, a tutti i livelli, non essendo riuscita a fare, in questi ultimi anni, alcuna riforma vera che coniughi principalmente la riduzione dei costi ma non trascuri nel contempo la buona funzionalità del sistema a qualsiasi livello, ha portato già i cittadini ad uno stato di rabbia maturando la non credibilità delle sue Istituzioni.

Ieri, su Rai 1, seguendo l’intervista televisiva a proposito della legge di riforma che abolirà le Province in Sicilia, la stessa mi ha dato una spinta affinché da questa assise possa esserci qualche voce di dissonanza o maggiore oculatezza rispetto alla decantata virtù e di risparmio di spesa.

Credo che un buon padre di famiglia pianifichi ogni cosa possibile prima di ristrutturare la casa dove dovrà trasferirsi.

In questo nostro caso, a me sembra, che la casa abbia il tetto aperto … .

Per altri aspetti spero di avere la possibilità di un confronto interno al partito manifestando in quella sede le mie opinioni.

Il giudizio postumo lo lascio ai cittadini; certo non nego che la scelta del mio partito di abolire le Province, mi ha un po’ spiazzato in quanto credo sia un errore politico e reale ma lo rispetto.

Non nego neanche che certi proclami a mezzo stampa, senza un ragionamento logico mi lascia non poche perplessità avvertendo un mortificazione pur avendo cercato di fare il meglio rappresentando i postulati politici del partito cui appartengo.

In ogni caso, ed a prescindere dal prossimo futuro, ho sentito il dovere di esprimere i miei dubbi e perplessità su tante cose che mi stanno davvero strette per continuare a tacere.

In fondo, anche se sono un uomo di partito mi sento libero e desidero potere dare il mio contributo di idee alla mia terra senza scappare o ritirarmi; se necessario, per quello ci sarà tempo.

C’è una rottura profonda tra i cittadini e le istituzioni sempre più presente.

Se la politica pensa che con questi gesta teatrali, quale l’eliminazione delle province sia il toccasana per salvarsi, sbaglia.

Il tempo sarà galantuomo.

Se tale riforma cosi come presentata sarà approvata, credo si avvierà un processo dai possibili esiti nefasti , vedasi riforma della raccolta dei rifiuti con la ricostituzione degli ex ATO.

Credo si stia rinunciando di fatto ad una vera e propria riforma istituzionale che servirebbe semmai per dare slancio e credibilità ad una Regione rimasta da troppo tempo ai margini dell’innovazione e dello sviluppo economico in Italia ed in Europa.

Desidero ribadirlo con forza: la Regione Sicilia, è ancora oggi una macchina elefantiaca, clientelare, sprecona ed improduttiva, basta vedere il suo PIL, i disoccupati, l’emigrazione non riuscendo nemmeno a spendere i finanziamenti che l’Europa mette a disposizione , e così circa il 70% dei fondi torneranno un'altra volta a Bruxellex; senza trascurare che la sua spesa corrente, che assorbe la stragrande maggioranza delle uscite rimane, nella quasi totalità, destinata a coprire spese fisse senza programmare investimenti .

Muovendo proprio da questa analisi, auspico che il PD siciliano discuta davvero di riformare tutte le autonomie locali con coraggio, senza remore nè paura di essere impopolare ma determinato a rivoluzionare tutta la macchina burocratica regionale, dando nuovi ruoli e competenze agli Enti territoriali locali, non trascurando possibili accorpamenti e fusione di Comuni , facendo sì che questo serva alla Sicilia per riscattarsi dagli sprechi della politica e per rendere la sua operatività davvero efficiente ed al passo con i tempi.

Sia un vero processo di federalismo locale e se, alla fine, ritenesse davvero funzionale, per la riforma stessa, l’abolizione delle Province che avvenga senza falsare la verità.

Inviterò la direzione regionale di Partito a convocare un assise regionale di tutti gli amministratori locali con gli organismi statutari di partito e i parlamentari eletti, affinché si possa tracciare e sviluppare i possibili percorsi di legge di cui al dibattito sin qui proposto, senza castrarsi in discussioni ed inseguimenti che limitino nei tempi stretti di calendario la possibile riforma.

Il mio intendimento futuro , ma già nato da tempo, è dare voce alle coscienze libere.

Nessun commento:

Posta un commento