NARCOMAFIE SETTIMANALE

NARCOMAFIE SETTIMANALE

Il confine tra normalità e indecenza

La sentenza della Corte di cassazione che ha confermato la condanna di Silvio Berlusconi per frode fiscale e le reazioni che ne sono seguite gettano una luce sinistra sullo stato di salute della democrazia nel nostro Paese, qualunque sia l’esito del tormentone sulla dichiarazione di decadenza dal Senato del cavaliere di Arcore (ancora in corso nel momento in cui scriviamo). Dopo due gradi di giudizio e il vaglio della Suprema corte, al termine di un processo durato anni e con garanzie di difesa che pochi altri imputati hanno avuto nella nostra storia, il fatto è, oggi, acclarato, al di là di ogni ragionevole dubbio. Silvio Berlusconi è un evasore fiscale. (continua)


Non sono pochi 17.278 profughi, sul totale dei 21.200 migranti, sbarcati sulle coste italiane nel 2013 (dato al 31 agosto). Di questi, non sono pochi neanche i 3.323 siriani, di ogni classe sociale, ma con una forte componente di giovani e donne, fuggiti dal loro paese martoriato dalla guerra civile e rifugiatisi in Italia. Pochi sicuramente in confronto alle centinaia di migliaia che hanno trovato riparo nei paesi vicini alla Siria, in accampamenti di fortuna o lungo le strade delle periferie di molte città. Le immagini televisive sono impietose sul punto. L’aumento dei profughi siriani era, d’altronde, prevedibile. (continua)

Trattativa Stato-mafia: “Napolitano deponga a processo”

Il Pubblico ministero Nino Di Matteo ha ribadito in aula, davanti la Corte di Assise che celebra il processo sulla trattativa Stato-Mafia, la necessità di citare a deporre come teste il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il nome del Capo dello Stato era già nella lista testimoniale depositata ai giudici. (continua)

Da oggi Torino ha il ponte Mauro Rostagno (video)

Era il 26 settembre del 1988, quando a Valderice, in provincia di Trapani, Cosa nostra freddò in un agguato Mauro Rostagno. Sono passati 25 annida quando Cosa Nostra decise di zittire un giornalista di raro coraggio, una voce scomoda, un uomo capace di dare fastidio ai padroni e ai padrini. Mauro Rostagno è un nostro concittadino e questa mattina i giovani di Libera di Acmos hanno deciso di ricordare la sua figura intitolandogli il ponte di Spina 3, in via Livorno a Torino. (continua)

A Bologna un master per la gestione dei beni confiscati

L’Università di Bologna ha previsto l’attivazione – nell’ambito della propria offerta formativa post-laurea per l’anno accademico 2013/2014 – del Master Universitario di I livello in “Gestione e riutilizzo di beni e aziende confiscati alle mafie. Pio La Torre” Il master, diretto dalla Prof.ssa Stefania Pellegrini, propone di formare professionalità in grado di gestire un bene o un’azienda dal momento della custodia a quello della confisca, per poi divenire oggetto di una richiesta di assegnazione a fini sociali e ritornare a produrre una ricchezza “sana”, diversamente da quanto accadeva quando era di proprietà delle mafie. (continua)

Omicidio Scaglioni: arrestati due pregiudicati del clan Rinzivillo

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale di Roma, Cinzia Parasporo, su richiesta del PM della DDA di Roma, Rodolfo Maria Sabelli, nei confronti di Rinzivillo Antonio (cl.asse 1957) e Salinitro Marco (classe 1964), entrambi pluripregiudicati affiliati al clan mafioso Rinzivillo di Gela (CL), ritenuti responsabili, in concorso con altri, dell’omicidio di Scaglioni Antonello, assassinato a colpi d’arma da fuoco nel corso di un agguato commesso a Roma il 21 ottobre 1990. (continua)

‘Ndrangheta padana, le motivazioni della sentenza d’appello per ‘Infinito’

Quella che può definirsi la «’ndrangheta padana è ben radicata e diffusa», è in parte autonoma rispetto alla casa madre calabrese, opera nella «diffusa omertà che porta le vittime a subire senza denunciare, a nascondere piuttosto che a rivelare». Lo scrivono i giudici di Milano nelle motivazioni della sentenza d’appello del processo ‘Infinito’ che ha portato alla condanna di 110 persone: ben 1700 pagine in cui parla di un percorso di «emancipazione e interazione tra le locali di neoformazione in territori nordici», della «influenza delle cosche in vari settori dell’attività economica» e poi dei «tentativi, anche riusciti, d’infiltrare le amministrazioni locali per ottenere vantaggi». (continua)

Mafia in Lombardia: otto persone arrestate. In manette genero e figlia di Vittorio Mangano

La Direzione distrettuale antimafia di Milano ha colpito un’organizzazione criminale di stampo mafioso attiva in Lombardia. Otto gli arresti, tra cui ci sono anche il genero e la figlia di Vittorio Mangano, l’ex stalliere di Arcore condannato per omicidio e considerato collegato alla mafia siciliana. L’uomo, che Marcello Dell’Utri definì “un eroe” e che Borsellino pensava fosse una sorta di ‘chiave’ del riciclaggio di denaro sporco in Lombardia, è deceduto nel luglio del 2000, gli investigatori lo ritenevano al vertice del mandamento mafioso di ‘Porta Nuova’. (continua)

Sequestrati beni per 700 milioni a Grigoli, uomo di Messina Denaro

Se è vero che oggi Cosa nostra è soprattutto finanza ed interessi economici, allora il sequestro di beni per 700 milioni di euro a un uomo di fiducia di Matteo Messina Denaro è un duro colpo per il boss e per la sua latitanza. Un’operazione della Dia di Palermo ha infatti disposto la confisca di un patrimonio mobiliare ed immobiliare di oltre 700 milioni di euro riconducibile a Giuseppe Grigoli, il re dei supermercati della Sicilia orientale. Grigoli, secondo gli inquirenti, era uomo di fiducia del super boss latitante Matteo Messina Denaro. Colpite dal provvedimento emesso dal Tribunale di Trapani sono state 12 società, 220 fabbricati fra palazzine e ville, 133 appezzamenti di terreno per 60 ettari circa. (continua)

Belsito riciclava i soldi della ‘ndrangheta. Il pentito Oliverio accusa l’ex tesoriere leghista

L’ex tesoriere della Lega Nord, Francesco Belsito “riciclava i soldi della ‘ndrangheta”. A rivelarlo è il pentito di ‘ndrangheta Francesco Oliverio che, davanti al pm Giovanni Arena, ha aggiunto anche altro: “Il suo predecessore (il riferimento è a Maurizio Balocchi, di Chiavari, e deceduto, ndr), oltre a favorire il riciclaggio ne deteneva anche le armi”. Francesco Oliviero, 43 anni, collaboratore di giustizia, è stato capo della locale di Barbaro Spinello (Crotone), clan che comanda “sei ’ndrine e un distaccamento a Rho, in provincia di Milano”. Per gli investigatori che indagano sulla gestione “spericolata” dei fondi pubblici della Lega Nord, Oliviero è “una persona assolutamente credibile”, di cui in più occasioni è stato possibile verificare l’affidabilità. Nella trascrizione della sua deposizione, in possesso del Secolo XIX, sono rimarcati più volte i riscontri fra sue dichiarazioni e accertamenti successivi. (continua)

La ‘ndrangheta usava gli archivi di carabinieri e polizia, parola del pentito Oliverio

«Mi recai a Mentone per portare documenti falsi a uno della famiglia…il nominativo era di tale Gennaro, di cui adesso non ricordo il cognome. Era un ex dipendente o comunque un soggetto che aveva presentato domanda di assunzione alla “Cavatrans” di Cava dei Tirreni. Si trattava di una società di trasporti di cui eravamo soci occulti, che aveva una filiale a Trezzano sul Naviglio. In ogni caso avevamo fotocopiate le sue generalità perché incensurato». E soprattutto: «All’epoca avevamo la possibilità di accedere alle banche dati delle forze di polizia, tramite carabinieri o agenti compiacenti» (continua)

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