Vaccino-killer? 11 morti

Nove morti sospette, forse undici. E il numero è destinato a crescere, come capita in questi casi. Una sorta di “empatia”,
che complica l’indagine dopo la somministrazione del vaccino antinfluenzale. Dalla Sicilia, però, potrebbero arrivare indizi importanti, forse prove decisive sulle cause dei decessi, perché la morte di due pensionati è avvenuta in provincia di Siracusa (Augusta e capoluogo) dopo la somministrazione dello stesso vaccino e con modalità simili. Il pensionato di Augusta, morto 10 minuti dopo la somministrazione, ha sentito “il terremoto” nel petto, e poi se n’è andato, senza che il medico curante, il quale aveva somministrato l’antinfluenzale, potesse fare nulla.

Provenivano entrambi i vaccini siracusani dallo stesso lotto, il Fluad? Può trattarsi di pura coincidenza? Secondo un mero calcolo di probabilità, la coincidenza non può essere esclusa ma è rara, almeno quanto la vincita al lotto di due giocatori nello stesso luogo e nello stesso giorno o quasi. Del tutto legittimo che si nutrano sospetti.



La verità, dunque, può venire dalla Sicilia. E sarà l’Aifa a darcela, entro quindici giorni, non prima. In questo arco di tempo, però, sarà black out per la vaccinazione. L’Ebola aveva, di fatto, dato una spinta alla vaccinazione, anche se non c’entrava niente, i decessi hanno provocato sconcerto, paura, preoccupazione.

Si corre ai ripari, per quanto possibile. L’assessore alla Sanità della Regione siciliana, Lucia Borsellino, ha detto che non vi è alcun nesso fra la somministrazione del siero e i decessi siciliani. Il ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, ha inveito contro quelli che si rivolgono alla rete prima di decidere se vaccinarsi o meno, considerando questa tendenza una mera follia (non a torto).

Verso la vaccinazione di massa ci sono, da sempre, pregiudizi e sospetti, ma non sono addebitabili unicamente al gap culturale ed ai pregiudizi, ma anche ad una informazione distorta ed agli assalti alla diligenza delle multinazionali del farmaco che in qualche caso, con la complicità dell’informazione (consapevole o meno), hanno perorato la causa della vaccinazione, promuovendo campagne “di paura”, per arraffare il bottino pubblico. Ed in altri casi, come è avvenuto per l’Ebola, le multinazionali del farmaco se ne sono state a guardare, perché il business in terra d’Africa non c’era.

Le campagne di paura hanno avuto effetti devastanti per la salute della popolazione mondiale e, a distanza, hanno finito con il danneggiare anche i cinici venditori di siero: un boomerang. Sono rimasti negli scaffali le dosi di vaccino e la fiducia verso il vaccino si è parzialmente perduta. E sono tornate anche malattie che sembravano ormai scomparse o debellate.

Ma a perderci un sacco di soldi sono state, tuttavia, le casse pubbliche. Le strutture sanitarie acquistano anzitempo una gran quantità di dosi, che rimanendo nel cassetto, procurano un doppio danno, alla salute ed all’erario. Le dosi non sono invendute, ma acquistate e non utilizzate. Le multinazionali del farmaco cadono in piedi, insomma. Ma fino a un certo punto, perché i governi non possono fare finta di niente e con il tempo sono diventati sospettosi anch’essi.

L’informazione non è estranea alla tempestosa storia della vaccinazione. Sono state debellate malattie che hanno provocato la morte e la disabilità di milioni di persone in ogni parte del mondo, ma la scomparsa del pericolo non ha fatto notizia. Non troverete mai un elenco dei salvati, è impossibile. E se qualcuno – non vaccinato – se ne va all’altro mondo a causa dell’influenza, non sarà mai l’influenza ad averla provocata, ma le sue complicazioni, la causa finale, che non fa notizia. Ma se si muore dopo la somministrazione del vaccino succede la fine del mondo, perché sono in tanti a dovere decidere di vaccinarsi.

Il vaccino è un farmaco testato con grande cura prima di entrare in commercio e vigilato durante la somministrazione. Un sorvegliato speciale, a differenza di altri farmaci. Come ogni medicina, qualche volta, il farmaco-vaccino provoca guai, ma a differenza degli altri farmaci subisce un processo sommario, è un “imputato” fino a prova contraria. La vigilanza speciale, infatti, continua anche dopo il decesso, al contrario del farmaco comune, che dopo avere provocato guai, la morte del paziente, non risponde di nulla generalmente Il vaccino, insomma, a differenza degli altri farmaci, è un sorvegliato speciale, che risponde delle cattive azioni, non gode del privilegio del “silenzio”.
Basta leggere il bugiardino di ogni farmaco per rendersi conto della distanza siderale che corre fra la disinvoltura con cui si assumono farmaci e i danni che la loro assunzione può provocare. Ma sarebbe un suicidio rinunciare all’antibiotico per paura del bugiardino, se è necessario assumerlo per stroncare l’attacco virale.
Il black out della vaccinazione comporta lo stesso un rischio per i soggetti deboli.
E’ auspicabile che le indagini – sanitaria e giudiziaria – si concludano in tempi brevi.
(siciliainformazioni)

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