«Lo sconforto per il puzzle politico del governo regionale siciliano ha raggiunto il culmine con la nomina di Luisa Lantieri, ex segretaria dell’ex presidente condannato e carcerato per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra - pronto all’uscita da Rebibbia - Salvatore Cuffaro, quale assessore alla funzione pubblica. Nulla di nuovo all’orizzonte ed ennesima scelta imbarazzante del Presidente Crocetta». A dirlo è Valentina Spata, rappresentante in Sicilia del movimento politico “Possibile” del deputato nazionale Giuseppe Civati.
«Ancora più grave a mio avviso – continua Spata - è la tragicommedia messa in atto dai renziani del Partito democratico e da quelli di Sicilia Futura. In Sicilia accade, caso più unico che raro, che ci siano anche renziani non iscritti al Pd, i quali hanno costituito un movimento politico a sé stante, con tanto di benedizione da parte del sottosegretario Davide Faraone. Tornando alla tragicommedia cui accennavo prima, occorre evidenziare che i renziani non hanno gradito la nomina della Lantieri. Non tanto per la sua storia politica - che dovrebbe essere lontana anni luce dal Pd - quanto per aver fatto saltare il brillante piano di Faraone e del suo “cerchio magico”: fare entrare in giunta un uomo politico che in Sicilia fa capo a Saverio Romano e a Roma a Denis Verdini. Un Governo di larghissime intese dunque, che avrebbe visto fianco a fianco non solo l’Udc, ma anche Ncd e Saverio Romano. Per farla breve l’accordo con Verdini, già sostanzialmente in essere a Roma, doveva passare dalla Sicilia, da sempre laboratorio politico nel bene e soprattutto nel male».
«Ancora una volta Crocetta ed il Pd siciliano - completa il suo pensiero Spata - dimostrano tutta la loro pochezza politica, avallando pedissequamente quegli inciuci romani che si proiettano come ombre sinistre in una sempre più disastrata isola. La Sicilia nel frattempo cade letteralmente a pezzi, tra la noncuranza del governo nazionale di Matteo Renzi e l’evidente inadeguatezza di un governo regionale, più attento alla distribuzione di poltrone che agli atavici problemi che attanagliano la nostra isola».
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