Lavoro: Cgil, in Sicilia sempre più povero e con meno diritti. In un anno -30% di contratti a tempo indeterminato e + 56% per i voucher. In Sicilia raccolte 82.050 firme per la Carta dei diritti universali del lavoro
E’ un lavoro sempre più povero e con meno diritti, quando c’è, quello
che si afferma in Sicilia. Lo rileva la Cgil regionale che, partendo dai
dati dell’Inps, ha condotto un’analisi del mercato del lavoro
nell’isola, illustrandola oggi in una conferenza stampa. “Leggendo
dietro i numeri- ha detto il segretario generale, Michele Pagliaro- si
conferma la tendenza rilevata dall’Istat nell’ultimo rapporto
trimestrale : la base produttiva si trasforma portando con sé la
svalorizzazione del lavoro”. La Cgil rileva che l’occupazione a tempo
indeterminato tra gennaio e luglio del 2016 ha registrato, rispetto allo
stesso periodo dell’anno precedente, un calo del 30% ( fonte Inps).
Sono aumentati invece i contratti a tempo indeterminato e
l’apprendistato, addirittura raddoppiato, ma non tanto da garantire un
saldo positivo ( - 9,6 per cento, il saldo dei contratti). Inoltre,
strumenti come i voucher hanno registrato un boom, con un + 52,4% ,
superando il già alto dato nazionale del 36,2%. “Accade- ha osservato
Pagliaro- che il lavoro tradizionale con garanzie e retribuzione
adeguata viene sostituito con lavoro povero, col risultato che non c’è
una redistribuzione del reddito, tant’ è che la Sicilia è tra le regioni
con l’indice di Gini più alto. Questo quadro va strettamente correlato-
ha specificato- alla caduta dell’industria e dell’edilizia e
all’ampliamento della base occupazionale in turismo, commercio e
servizi, settori serbatoio tradizionale di lavoro precario, stagionale,
sottopagato”. Già i dati nazionali parlano del resto del 40% di occupati
che percepiscono non più di mille euro netti al mese. “In Sicilia- ha
sostenuto Pagliaro- il quadro è ancora più grave”. In questo contesto
strumenti come il Jobs act, “stanno mostrando la corda- ha detto il
segretario della Cgil Sicilia- con trasformazioni del lavoro in
contratti a tempo indeterminato che in un anno si sono ridotte del
23,2%. Le 23 mila assunzioni effettuate con questo strumento nel
periodo che stiamo considerando- ha sottolineato Pagliaro- sono un
numero ben lontano dalle aspettative, considerato che i costi sono stati
superiori ai 15 miliardi ai quali, come dice la Corte dei Conti, se ne
potrebbero aggiungere altri 5 o 6 a carico della collettività per gli
assegni di disoccupazione di chi dopo 3 anni non viene confermato”.
Deludenti, per la Cgil Sicilia anche le politiche per l’occupazione
giovanile con strumenti come i tirocini che “sono stati più che altro un
regalo alle imprese- ha detto Andrea Gattuso, responsabile del
dipartimento politiche giovanili- registrando un saldo occupazionale
dopo 2 anni ( e non uno come dicono all’assessorato) di meno di 8.000
assunzioni, finanziate con 32,5 milioni di bonus, a fronte di 46.569
tirocini attivati (4,2%)”. Mentre infatti sia al livello nazionale che a
livello regionale “mancano le politiche per il rilancio dell’industria e
dell’apparato produttivo in genere, il piano regionale per il lavoro-
ha detto Monica Genovese, della segreteria regionale della Cgil- che il
governo Crocetta si era impegnato a varare quando a giugno si è firmato
l’accordo sugli ammortizzatori sociali in deroga, rimane ad oggi una
chimera”. Niente dunque ancora sul fronte delle politiche attive del
lavoro ma anche “per gli ammortizzatori sociali- ha rilevato Genovese-
si dovrebbe pensare in un contesto così difficile al rifinanziamento”.
E’ intanto in corso una trattativa specifica tra la regione e il
ministero del lavoro, informa la Cgil, che dovrebbe portare al
finanziamento con complessivi 142 milioni degli ammortizzatori in
deroga per le aree di crisi complessa di Gela e Termini Imerese e per la
formazione professionale. “Fatto positivi- ha osservato Pagliaro- ma
che conferma quanto dai noi sostenuto: che per queste due aree di
rilancio ancora non si parla”. Per la Cgil Sicilia “le difficoltà dei
lavoratori siciliani- ha sottolineato Pagliaro- trovano conferma
nell’alto di numeri di consensi raccolti attorno alla Carta dei diritti
universali del lavoro, che la Cgil punta a trasformare in progetto di
legge di iniziativa popolare per giungere a un nuovo Statuto delle
lavoratrici e dei lavoratori”. In calce al progetto, in Sicilia sono
state raccolte 82.059 firme. La raccolta si chiude domani, che si
celebrano anche i 110 anni della Cgil, con una festa a Roma, in piazza
del Popolo . “Con la Carta- ha sostenuto Pagliaro- puntiamo ad estendere
i diritti nel lavoro a tutti i lavoratori, indipendentemente dal tipo
di contratto posseduto e a confermare quelli che in questi anni sono
venuti meno. Si capisce come questo progetto sia importante nel paese e
soprattutto per i lavoratori di regioni come la Sicilia, dove il lavoro
è ancora più povero e con meno diritti”.
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