
Il segretario Lorenzo Cesa è infatti contrario alla riforma costituzionale del governo Renzi mentre il padre nobile Pierferdinando Casini e il presidente nazionale Giampiero D’Alia sostengono le proposta governativa.
Una tensione interna che ha portato D’Alia, leader del partito in Sicilia, a dichiarare a un quotidiano online di Messina che “l’Udc è morta, stiamo parlando del nulla”. Frase che Cesa ha ritenuto lesiva dell’immagine del partito e offensiva nei confronti dei suo iscritti, per cui ha sospeso il presidente D’Alia e lo ha deferito al collegio dei probiviri.
Sprezzante la risposta del leader siciliano erede di Totò Cuffaro. “ E’ inebriante essere sospeso dal nulla. Per amicizia verso l’onorevole Cesa ed evitargli nuovi strappi sul fronte della legalità statutaria gli rassegno volentieri le mie dimissioni. “
L’oramai ex presidente dell’ Udc aggiunge ironico: “ Se mi fornisse l’indirizzo a cui inviarle, gli sarei infinitamente grato”.
Decisa e appassionata la difesa di D’Alia da parte del presidente dell’ Assemblea regionale siciliana Giovanni Ardizzone e del segretario regionale Adriano Frinchi (anche lui a suo tempo sconfessato da Cesa).
Sembra l’inevitabile conclusione di una vicenda iniziata nei mesi scorsi quando Cesa si era precipitato in Sicilia per commissariare un partito che sosteneva il governo Crocetta contro le sue indicazioni.
Adesso la scissione “del nulla”, come sottolinea ironico e sagace Giampiero D’Alia, che invece sembra aver ben chiaro il suo futuro politico. Almeno nell’isola.
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