Desecretati atti commissione antimafia. Audio choc di Borsellino:"Scortato di mattina per essere ucciso la sera"

Dopo otto anni l'avrebbero ucciso ma lui, Paolo Borsellino, già fin dal 1984 aveva denunciato davanti la Commissione Parlamentare Antimafia tutto ciò che non funzionava, tutte le stranezze e le difficoltà che lui e i collaboratori del Pool avevano dovuto superare nella realizzazione del Maxiprocesso.Un audio choc quello ascoltato da coloro che hanno partecipato a Roma alla desecretazione degli atti dal 1963 al 2001. Saranno sei le volte in cui il magistrato palermitano comparirà davanti la Commissione. Nell'audio il giudice quasi ironicamente si chiede come mai la mattina sia scortato da una blindata e nel pomeriggio per andare in ufficio è costretto a usare la sua auto proprio perché la blindata dovrebbe essere divisa tra quattro giudici.Forse dirà il giudice la sera sono liberi dai ammazzarmi mentre la mattina sono protetto.

E poi ancora fa un ampio riferimento a Castelvetrano come territorio di interessi di Riina e Provenzano:
“Perché Bernardo Provenzano e Salvatore Riina hanno uno parenti e l’altro grosse proprietà terriera, a Castelvetrano. Cosa che a Palermo ignoravamo. Perché qui? Perché il fratello di Riina abita a Mazara del Vallo da circa 20 anni e, per una certa situazione riguardante le forze di polizia, pur sapendo che si recava ogni settimana a Corleone, non era mai stato fatto un pedinamento“, diceva Borsellino, all’epoca procuratore di Marsala, l’11 dicembre del 1986. “E quindi – aggiungeva – io sospetto – con la mia esperienza e con quello che posso capire – che questa zona sia una specie di santuario delle organizzazioni criminali mafiose di Palermo. Questa è una terra di grandissimi latitanti. A mio parere c’è l’interesse che questa zona abbia poca attenzione da parte delle forze dell’ordine. Non solo per i latitanti ma anche perché è una zona dove esistono gli strumenti finanziari, ma qui confesso di non essere riuscito a cavare un ragno dal buco”.

E alla cerimonia romana alla presenza del Presidente della Commissione, Nicola Morra, non ha partecipato Salvatore Borsellino che durante la presentazione delle manifestazioni in ricordo del fratello che si terranno il 19 luglio ha letto una lettera inviata proprio a Roma.
E' necessario che quella Agenda Rossa che è stata sottratta da mani di funzionari di uno stato deviato e che giace negli archivi grondanti sangue di qualche inaccessibile palazzo di Stato e non certo nel covo di criminali mafiosi venga restituita alla Memoria collettiva, alla Verità e la Giustizia". E aggiunge:"Ora, a ventisette anni di distanza - scrive Borsellino - io non posso accettare che i pezzi di mio fratello, le parole che ha lasciate, i segreti di Stato che ancora pesano su quella strage vengano restituiti a me, ai suoi figli, all'Italia intera, ad uno ad uno. E' necessario che ci venga restituito tutto, che vengano tolti i sigilli a tutti i vergognosi segreti di Stato ancora esistenti e non solo sulla strage di Via D'Amelio ma su tutte le stragi di stato che hanno marchiato a sangue il nostro Paese".



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