Droga Napoli-Palermo con base alla Kalsa, arrestato uno degli Abbate. Mauro Carrozzo:”Asse consolidato”

di Ambra Drago
“L’indagine ha evidenziato l’esistenza di un consolidato asse Napoli-Palermo per l’approvvigionamento di stupefacenti sottolinea Mauro Carrozzo- comandante del nucleo operativo dei carabinieri di Palermo-che servivano ad alimentare non solo le piazze di spaccio di Palermo ma anche quelle di Agrigento e Caltanissetta. Nel corso delle indagini sono state arrestate sette persone giudicate con procedimenti penali autonomi e di sequestrare un quantitativo di stupefacenti di 30 chilogrammi per un valore di mercato di quasi 2 milioni di euro”.
La mafia sembra essere attiva nel settore della droga sia essa sia eroina ma anche marijuana e cocaina.
“Cosa nostra sta cercando di recuperare quel dislivello che si è venuto a creare negli ultimi vent’anni rispetto alle altre organizzazioni criminali. La droga-continua il comandante del Nucleo operativo dei carabinieri di Palermo- è un mercato illecito che alimenta velocemente le casse di Cosa nostra, soprattutto in un periodo di crisi economica ancora evidentemente Cosa nostra non è autonoma nell’approvvigionamento degli stupefacenti cosa che sono altre organizzazioni criminali come la Camorra e la ‘Ndragheta”.


Nell’operazione “Blanco” sono arrestate complessivamente 12 persone di cui dieci sono stati sottoposti alla misura cautelare del carcere e due ai domiciliari.Tra i personaggi di spicco anche Ottavio Abbate, fratello di "Gino u’ mitra" che alla Kalsa aveva la sua base organizzativa, già arrestato nel 2017 sempre per traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.

“Le indagini sono durate un anno- sottolinea Marco Didonna- comandante terza sezione del Nucleo Investigativo carabinieri di Palermo-ono state utilizzati strumenti investigativi tradizionali insieme a quelli tecnici. Un’operazione che ha toccato il mandamento di Porta Nuova passando per il quartiere Kalsa fino a Santa Maria di Gesù.In particolare abbiamo cristallizzato e monitorato l’attività dei corrieri che anche attraverso auto modificate portavano la droga sull’asse Napoli-Palermo”.
E un’analisi sul business della droga seguita da plauso ai suoi uomini è quella espressa dal comandante provinciale dei carabinieri, Antonio Di Stasio.“Gli stupefacenti, quindi, sono rimasti il privilegiato business con cui si possa portare profitto alle casse, sempre più deficitarie, di cosa nostra che è, così, tornata ad investire su questa importante fonte di guadagno, triplicando gli investimenti.

I risultati, sino ad oggi raggiunti, sono lusinghieri. Tanto è stato fatto. L'operazione Cupola 2.0 con cui è stata smantellata la nuova commissione provinciale di cosa nostra costituisce un ingente patrimonio informativo di grande valore, nonché una svolta per ulteriori grandi successi verso la struttura dell’organizzazione mafiosa che mantiene purtroppo una sua forza e rilevanza a prescindere dai capi-boss di turno in ragione del ruolo di rigenerazione dei fine pena, dei giovani rampolli e del massiccio ritorno alla droga. Ma lo straordinario lavoro di contrasto coordinato dall'Autorità giudiziaria e di prevenzione sul tavolo della Prefettura potrà far ottenere allo Stato Democratico risultati sempre più brillanti.Ne deriva che il vero cambiamento culturale, a mio parere, vada innanzitutto ricercato nel comportamento dei tanti che, indipendentemente dal fenomeno associativo, hanno sentito, capito e compreso che si può e si deve avere fiducia nelle Istituzioni.
E’ pertanto necessario che tutti gli attori pubblici, insieme ai cittadini, continuino ad operare quotidianamente e sinergicamente per garantire alla Comunità intera una convivenza improntata alla legalità”.

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