Bullismo e Cyberbullismo, laboratorio nella ex Chiesa dei Crociferi. I giovani imparano a proteggersi

di Ambra Drago
"Mio figlio è venti mesi che non c'è più-racconta Maria Catambrone-mamma di Michele Ruffino- lui aveva diciassette anni e a febbraio dell'anno scorso si è buttato dal ponte di Arpignano, noi abitiamo a Rivoli in provincia di Torino. Michele per cinque anni è stat vittima di bullismo, è stato seguito da psicologi nel tentativo di far cessare la rabbia che aveva dentro. A scuola ho sempre denunciato, lui frequentava l'alberghiero, non c'è stata prima e non c'è stato dopo. E' disumano un genitore seppellire un ragazzo, veramente disumano. Io sapevo tutto su mio figlio, tutto quello che gli dicevano, lui aveva avuto un problema di salute legato a un vaccino obbligatorio ma ne era uscito vincente, era da sette anni che camminava sulle sue gambe ma poi gli anno spezzato le "ali". Io quel 23 sera ho detto, donate gli organi di mio figlio (ma non è stato possibile) e i nomi e cognomi dei "bulli" che conosco tutto ma la vendetta non serve, mi sono affidata alla giustizia.Le indagini vanno avanti ma non so nulla, i ragazzi li vedo in giro, festeggiano i loro compleanni e io invece due giorni fa in occasione del 19esimo compleanno del mio Michele ho dovuto portare dei fiori al cimitero".
Questa è stata la testimonianza della mamma di un ragazzo morto dopo essere stato l'obiettivo di un gruppo di "bulli" e questo racconto diretto ha colpito la platea di ragazzi di età compresa tra i 13 e i 16 anni che si sono ritrovati nell'ex chiesa di San Mattia di Crociferi.
Un seminario formativo che ha offerto agli studenti la conoscenza degli strumenti di contrasto dei fenomeni del cyberbullismo e bullismo. Il Laboratorio, portato a Palermo, dall'associazione AssoFante e Zonta Palermo ZYZ, ispirato a un'esperienza già promossa lo scorso autunno dall'Unicef di Parma, ha voluto mettere in evidenza la sinergia esistente tra enti, istituzioni e diverse professionalità per dare ai giovani una visione completa sui fenomeni che si possono manifestare in diverse forme.
"Quello che cerchiamo di portare con questo Laboratorio- sottolinea Isotta Cortesi- avvocato e coordinatrice di Unicef Parma- è l'importanza di fare rete e di fornire degli strumenti non solo per conoscere il fenomeno ma anche per imparare a difendersi dal bullismo o dal cyberbullismo. C'è una legge la n. 71/2017 che parla di questi due fenomeni e prevede degli strumenti di intervento, seppur non siano reati tipizzati autonomamente nel codice, ma ritengo che in generale la normativa del 2017 vada migliorata ma è un bel passo avanti che esista e ci sia".
Una giornata di formazione e informazione che ha visto come parte attiva e propositiva dell'evento anche e l'associazione AssoFante:"Questa iniziativa che da Parma arriva a Palermo ha visto partecipare si AssoFante ma anche Zonta Palermo ZYZ - sottolinea Maria Giambruno- giornalista e vicepresidente- perchè in quanto organizzazione delle donne. Nel cyberbullismo, nella forma di violenza di gruppo le ragazze sono quelle più colpite. E poi devo dire che Assofante è una realtà che si occupa di rispetto delle Istituzioni e della persona e anche noi ci sentiamo come delle sentinelle della istituzionalità. Per cui ospitare un evento che porta un modo di operare reticolare e che vede ad esempio la Polizia (in questo caso visto come amica) vicino alle scuole. Il problema dei bulizzati è che il gruppo accerchia il singolo, è un problema quindi grave, che va fronteggiato e davanti al quale i ragazzi vanno attrezzati".
Tra le scuole coinvolte anche il Liceo Linguistico, Ninni Cassarà di Palermo, insieme a una quarantina dei suoi "Cyber Angels" ovvero dei ragazzi più grandi che guidano altri giovani e li consigliano su come difendersi dai pericoli della rete.
"La nostra scuola-racconta Daniela Crimi-Dirigente scolastico del Liceo Linguistico Ninni Cassarà di Palermo-l'anno scorso è stato Polo Regionale per le azioni di contrasto ai fenomeni del bullismo e del cyberbullismo su nomina del Miur. Abbiamo formato 850 docenti, uno per ogni scuola della Regione, perché in applicazione della legge n.71/2017 in ogni istituto ci dev'essere un docente referente per azioni di contrasto di questi fenomeni. Le nostre azioni di formazione sono state rivolte anche ai genitori e agli alunni attraverso il metodo "peer to peer" ovvero "educazione tra pari", i ragazzi più grandi che aiutano i più piccoli. E' stato dimostrato come il fenomeno del cyberbullismo coinvolge sempre ragazzi più piccoli. Nel nostro caso quelli più grandi sono stati formati con un percorso e sono che fanno da "angeli" per intervenire su fenomeni di cyberbullismo che nella rete vengono intercettati precocemente dagli stessi coetanei. Loro non sono delle spie, il messaggio che vogliamo dare è di aiuto verso i ragazzi più piccoli affinché non rimangano imbrigliati nella rete del mondo digitale che nasconde tanti pericoli".





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