di Ambra Drago
Il collegio presieduto da Paolo Micheli dopo quasi dieci ore di camera di consiglio ha emesso il verdetto con la formula il "fatto non sussiste" ribaltando il giudizio di primo grado del caso di Alma Shalabayeva. Il 14 ottobre del 2020 erano stati invece condannati a 5 anni e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici il super poliziotto Renato Cortese(l'uomo che catturò latitanti del calibro di Bernardo Provenzano e Giovanni e Enzo Brusca per citarne alcuni), l'ex questore di Rimini, Maurizio Improta. Furono condannati anche i poliziotti Stampacchia e Armeni. Vincenzo Tramma era stato condannato a quattro anni, Leoni a tre e mezzo e la giudice Lavore a due anni e mezzo.La Corte di appello di Perugia ha assolto con formula piena gli imputati accusati di sequestro di persona per le presunte irregolarità legate al rimpatrio di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, espulsa verso il Kazakhstan nel 2013 insieme alla figlia Alua e poi entrambe tornate in Italia. Cadono quindi definitivamente le accuse per l'ex questore di Palermo, Renato Cortese che all'epoca dei fatti nel maggio 2013 era capo della Squadra Mobile di Roma.Con lui sono stati assolti anche il capo della Polfer, Maurizio Improta gli altri quattro poliziotti e la giudice di pace dall'accusa di falso, alla quale comunque non era stato contestato il sequestro di persona .Ad attendere il verdetto colleghi e collaboratori degli imputati, arrivati da ogni parte d'Italia.
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