Presentata l'inchiesta di Vita sul welfare siciliano. Nell'Isola esistono diverse realtà considerate modelli di cambiamento

di Ambra Drago
Presentata a palazzo Branciforte l'inchiesta realizzata da Vita e che rientra nel progetto denominato "geografie Meridiane". Dopo la Sardegna, la Puglia e la Basilicata Vita con il suo presidente Giuseppe Ambrosio e il suo direttore Stefano Arduini si sono concentrati sulla nostra Isola. "Abbiamo cominciato in queste regioni del sud per scoprirne il terzo settore. Soprattutto si parla molto spesso delle cose che non funzionano. Abbiamo provato a ribaltare la visione.
Noi abbiamo trovato, in particolare come terzo settore, la Sicilia una regione molto ricca dove ci sono esperienze molto spesso isolate e nella maggioranza dei casi non considerate dalla politica. Presentiamo dei dati sul welfare di una Regione in affanno e una popolazione che esprime dei bisogni, bisognerebbe cambiare modello di welfeare. Avete la possibilità di ispirarvi a realtà di terzo settore interessanti. Ma non si capisce perchè la politica sta chiudendo gli occhi. Probabilmente occorre un cambio di passo". Un momento quindi di riflessione appoggiato e ospitato dalla "Fondazione Sicilia " e dal suo Presidente Raffaele Bonsignore: "Desidero ringraziare Vita per aver scelto la Fondazione per la presentazione di questo book e la seconda ragione è che la scelta di una collaborazione è certamente un momento importante tra le nostre realtà. E in qualità di coordinatore delle Fondazioni bancarie del sud devo ringraziarvi per questo lavoro prezioso. Un momento di riflessione sullo stato di salute della Sicilia, terra di contraddizioni ma che sa anche esprimere eccellenze, penso ad esempio non solo nel terzo settore ma anche nell'arte e nella cultura". Un'inchiesta questa presentata nel book e curata dalla giornalista Gilda Sciortino dalla quale emerge una realtà che ancora oggi deve imparare come governare un sistema nel quale il pubblico e privato non riescono ancora a dialogare. Da un lato ci sono delle difficoltà oggettive espresse ad esempio dal tasso di povertà assoluta delle famiglie che nel 2021 era del 10 per cento uno dei più alti in Italia. La Sicilia risulta anche anche la regione in Italia per incidenza della povertà alimentare minorile, la seconda in Italia per diseguaglianza di reddito e con un tasso di occupazione (15-64 anni) del 41,1 per cento.
 A fronte di dati che possono apparire sconfortanti ci sono sette realtà del Terzo settore espressione di cambiamento e della voglia di fare. Un tessuto sociale attivo, ecco che queste realtà sono diverse e collocate in diverse zone della Sicilia. Sono le cosiddette "Change makers" presenti nel secondo capitolo del book "Sicilia il sociale sprecato" e che Siciliaunonews ha scelto per l'occasione di raccontare. Coì nel cuore del centro storico di Palermo, nel quartiere di Ballarò ben nove anni fa ha preso vita "Moltivolti". "Ci siamo ritrovato un gruppo di amici, racconta uno dei soci fondatori Roberta Lo Bianco, eravamo in vacanza in Senegal. Ognuno con un proprio percorso ma sempre impegnati nel sociale . E così abbiamo espresso il desiderio di creare un luogo che rispondesse alla nostra visione. Nasce così il ristorante internazionale all'interno di Moltivolti che doveva essere il collante con altre attività. Adesso nella struttura vi lavorano 35 persone. Inoltre sono stati aperti degli spin-off. Un bar che si chiama "Altrove" in via Discesa dei Giudici" e una guest-house che si trova sopra Moltivolti e infine una gelateria narrativa che si chiama "Barconi" e in tutte queste strutture vi lavorano manager di background migratorio che hanno fatto esperienze con noi. Stiamo anche avviando delle microimprese. Moltivolti in quanto impresa sociale ha un posizionamento particolare perchè è un bilanciamento tra profit e no-profit. Un'impresa che fa profit ma che attiva dei meccanismi di economia circolare. Per cui tutte le attività sociali sono tutte gratuite. Noi comunque abbiamo trovato una formula che sembra funzionare intanto il ristorante è un servizio che funziona e poi c'è il coworking che attirando professionisti e gente poi questi si fermano e decidono ad esempio che possono mangiare. In qualche modo quindi l'economia diventa circolare. E poi c'è la parte turistica. Abbiamo scelto Balalrò che ci ha adottato ed è uno spaccato molto spesso stigmatizzato. La convivenza tra palermitani, studenti fuori sede, altre culture rendono comunque questo luogo unico". Spostandoci sempre a Palermo ai Cantieri Culturali della Zisa scopriamo che nel padiglione 23 che un tempo ospitava il mobilificio Ducrot ha preso vita Clac. Un luogo dove impresa e tessuto urbano si mescolano. "La nostra organizzazione attiva cambiamenti a base culturale. Dove è stata Clac è sempre successo qualcosa che ha cambiato i luoghi sottolinea Davide Leone, uno dei soci fondatori. Adesso all'interno dei Cantieri ci stiamo concentrando su un progetto chiamato "Traiettorie Urbane" che mette in relazione tre quartieri: la Noce, la Zisa e i Danissini. tra Clac e i suoi spin-off ci lavoriamo una quarantina di persone. Poi ci sono delle realtà che sono nate grazie anche all'operato di Clac, come "Mare memoria Viva" a cui è affidato l'Ecomuseo del Mare" è successo anche con U'game, di cui sono Presidente, una sorta di gioco rivolto alla fruizione del patrimonio culturale che applica le metodologie del game design e della gamification. E anche "Cantieri cucina"che è un ristorante. Interessanti realtà del Terzo settore si trovano anche a Caltanissetta. E' il caso di " Eclettica". "Una "street factory" sulla cui pista sono nati campioni di pattinaggio. Scongiurando il pericolo di isolamento per i giovani e offrendogli obiettivi e stimoli. "L'idea di Eclettica, racconta il presidente Alessandro Ciulla  risponde alla carenza di strutture sul territorio in grado di offrire servizi ai giovani. Il tutto ha avuto inizio prendendo in gestione un impianto sportivo comunale abbandonato l'abbiamo rigenerato con le nostre forze. Soprattutto attraverso lo sport abbiamo raggiunto bei risultati nel pattinaggio a rotelle. Abbiamo una squadra agonistica che ha raggiunto risultati importanti. Da sei anni abbiamo aperto e abbiamo sfornato tanti giovani e molti di loro hanno trovato una strada professionale o sportiva o ricreativa. In soli tre anni abbiamo trovato una sostenibilità economica e abbiamo 15 persone che vi lavorano. Questa realtà ha risvegliato una comunità intera". Una realtà altrettanto interessante esprime a Messina. La Fondazione MeS.S.In.A. può essere considerata un modello concreto e fattivo di economia sociale e solidale". Ben 13 anni fa racconta Gaetano Giunta è nata la Fondazione dimostrando la capacità di guardare oltre. Si è lavorato sostenendo ed elaborando strategie complesse di cambiamento sui territori, secondo logiche ecosistemiche capaci di trasformare i paradgmi sociali ed economici della conoscenza, ma anche quelli energetici, tecnologici e di governance. A oltre 700 persone sono stati rivolti negli ultimi 10 anni  i programmi della fondazione, garantendo loro una possibilità di scelta di una casa, ma anche di lavoro, di socialità e conoscenza. Ben 650 persone sono state coinvolte dal programma di riqualificazioni urbana "Capacity" che gli ha consentito di andare a vivere in degli appartamenti ponendo fine alle baraccopoli di  Fondo Saccà e Fondo Fucile. Ma la nostra realtà non opera solo in Sicilia anche a Betlemme, in Palestina, in Tunisia con l'intento di far crescere un sistema di ecosistemi territoriali che operano secondo questi approcci trasformativi. Ma nel percorso lavorativo anche grande attenzione la Fondazione ha avuto nel tessuto aziendale e economico. Basti pensare anche a percorsi di consolidamento di oltre 200 imprese alcune delle quali rigenerate dai lavoratori esempio ne sono le "Ceramiche Siciliane Pattesi e il Birrificio Messina".

Nessun commento:

Posta un commento