“In molte province dell’Isola la percentuale di medici obiettori supera l’80%. Di fatto, questo rende quasi impossibile l’interruzione volontaria di gravidanza nelle strutture pubbliche, costringendo molte donne a rivolgersi a cliniche private con costi elevati e difficoltà aggiuntive - spiega -.
La nostra norma nasce per colmare una grave lacuna e restituire concretezza a un diritto che oggi, in Sicilia, troppe donne vedono negato - aggiunge -. La scelta del Governo Meloni di impugnarla non è solo incomprensibile ma è un attacco diretto alla libertà di scelta e alla dignità delle donne”.
Il deputato dem chiede quindi al Governo regionale “di opporsi con determinazione all’impugnativa davanti alla Corte Costituzionale e di difendere una legge di civiltà, che rispetta la normativa nazionale e tutela concretamente i diritti”.
Giambona conclude affermando che “un Governo nazionale guidato da una donna non dovrebbe ostacolare un provvedimento che protegge le donne. Invece di affrontare i problemi reali dei cittadini e onorare le promesse fatte in campagna elettorale, il Governo Meloni sembra impegnato quotidianamente a smantellare diritti acquisiti, riportando il Paese indietro nel tempo. Il Partito Democratico continuerà a battersi, dentro e fuori l’Aula, perché in Sicilia e in tutta Italia i diritti sanciti dalla legge siano davvero accessibili a tutte e a tutti”.
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