Operazione antidroga a Gela: per tredici la custodia in carcere e due ai domiciliari."Gestivano gli affari da detenuti con telefonini e droni"

I Carabinieri di Caltanissetta hanno dato esecuzione una ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 15 persone,  ritenuti appartenenti a un’organizzazione criminale dedita al traffico di stupefacenti; contestata l'aggravante di aver favorito la famiglia mafiosa di Gela, clan “Rinzivillo”.

L'operazione ha disarticolato un canale di approvvigionamento di hashish e cocaina destinato alle piazze di spaccio di Gela, ove l’organizzazione poteva contare anche sulla disponibilità di armi. 

In particolare, secondo quanto ricostruito :

• la base operativa del sodalizio è stata individuata nella città di Gela, ove veniva stoccato lo stupefacente approvvigionato prima di essere distribuito agli spacciatori per il rifornimento delle “piazze” rispettivamente gestite; al riguardo, nei capi di imputazione in sede cautelare sono contestate 32 ipotesi di cessione e comunque di detenzione illecita di stupefacenti, anche di ingente quantità;

• i proventi illeciti sarebbero confluiti in una cassa comune, indicata, nel corso delle conversazioni captate, con il termine “salvadanaio”, utilizzata anche per contribuire al mantenimento dei detenuti (sostenendone le spese legali ovvero effettuando acquisti in loro favore) o per pagare il manovratore del drone incaricato di recapitare stupefacente e telefonini all’interno di strutture carcerarie;

• è emerso l’utilizzo di droni, mediante i quali il sodalizio sarebbe stato in grado di assicurare la disponibilità di sostanza stupefacente del tipo hashish e cocaina, apparati cellulari e SIM telefoniche in favore degli indagati detenuti; in una circostanza, in particolare, è stato intercettato il tentativo di consegna a un indagato ristretto presso la Casa Circondariale di Messina, di 3 telefoni, 100 gr di hashish e 20 gr. di cocaina, attraverso un drone, abbattuto nei pressi dell’istituto da parte della Polizia Penitenziaria;

• è emerso, altresì, che per eludere gli eventuali controlli da parte delle Forze  di Polizia oltre a prediligere incontri in presenza per definire accordi di compravendita – in particolare presso il bar gestito da un indagato – e a far ricorso a decine di SIM telefoniche fittiziamente intestate a soggetti extracomunitari, gli indagati avrebbero utilizzato in videochiamate – mediante App di messaggistica – in cui erano ripresi i “pizzini” recanti le indicazioni di quantità e tipologia dello stupefacente, ma anche altri numeri di telefono su cui avviare conversazioni su canali alternativi; sono state acquisiti immagini, tratte dai telefonini in suo ad alcuni indagati, della sostanza stupefacente, come a volerne rappresentare il quantitativo trattato, del denaro contante, come a certificarne la disponibilità e finanche di una pistola smontata, unitamente a messaggi circa le modifiche tecniche da apportarvi;

• secondo il quadro indiziario acquisito, per il trasporto dello stupefacente gli indagati avrebbero potuto contare su autovetture non a loro direttamente riconducibili, attraverso un’agenzia di noleggio auto, preoccupandosi anche che le vetture via via noleggiate non fossero sempre le stesse, al fine di scongiurare il rischio che gli inquirenti potessero collegarle ai vari sodali che ne facevano utilizzo;

Nel corso delle indagini sono stati acquisiti riscontri che hanno portato all’arresto di 2 persone, alla denuncia in s.l. di 8 indagati e al sequestro di complessivi Kg. 1,250 di hashish e 121 grammi di cocaina, nonché di una pistola marca Beretta mod. 71 calibro 22 con matricola abrasa completa di caricatore con 49 cartucce calibro 22, e di numerosi bossoli, inneschi e materiale utile al confezionamento di cartucce calibro 12 e 16.

Il Giudice per le Indagini Patrimoniali presso il Tribunale di Caltanissetta, condividendo il quadro indiziario posto a fondamento della richiesta di misura cautelare formulata dalla locale Procura della Repubblica, Direzione Distrettuale Antimafia, che coordina le indagini, ha quindi emesso ordinanza di applicazione della custodia in carcere nei confronti di 13 indagati, mentre per altri 2 è stata disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico.

Una persona destinataria della misura cautelare è attivamente ricercata.



 


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