I giudici di secondo grado hanno accolto la tesi degli avvocati difensori Francesco Moceri e Ferdinando Giannilivigni, secondo i quali i beni prima sequestrati (dicembre 2014) e poi confiscati "non sono beni di provenienza illecita". La Corte d'appello di Palermo ha, quindi, disposto la restituzione ai due cugini del boss. Si tratta, in particolare, di un'azienda casearia intestata alla donna e di un appartamento a Castelvetrano.
Per Mario Messina Denaro, però, la Corte d'appello di Palermo ha confermato la "misura personale" della sorveglianza speciale inflitta dal Tribunale di Trapani. Nel dicembre 2013, Mario Messina Denaro fu arrestato con l'accusa di tentata estorsione all'imprenditrice Elena Ferraro, titolare della clinica Hermes.
Condannato a 4 anni e 2 mesi di carcere, il cugino del boss ha già scontato la pena. Lo scorso 6 dicembre, invece, il Tribunale di Marsala lo ha condannato, insieme alla moglie, per bancarotta fraudolenta patrimoniale in concorso. Tre anni e 8 mesi di carcere per lui, tre anni per lei.
Nessun commento:
Posta un commento