“Sicilia en primeur”, il 27 e 28 aprile la kermesse dei vini siciliani convoglierà nell’isola 70 giornalisti provenienti da tutto il mondo


Antonio Schembri
Come ormai da 10 primavere, dai saloni del Vinitaly di Verona, conclusosi la scorsa settimana, il proscenio dei vini d’eccellenza si trasferisce in Sicilia. Dal 27 al 28 aprile saranno infatti Palermo e i vasti ambienti del Grand Hotel Piazza Borsa, le cornici dell’edizione 2013 di Sicilia en Primeur, la manifestazione organizzata da Assovini Sicilia per promuovere nei mercati internazionali molti tra i migliori prodotti enologici dell’Isola. Un’edizione, quella presentata ieri mattina nella sede palermitana di Banca Nuova, che rappresenta un importante giro di boa per l’associazione imprenditoriale che oggi raggruppa 67 cantine nelle 9 province siciliane e, come ogni anno, con questo evento riesce a convogliare in una località diversa dell’isola una nutrita compagine di giornalisti specializzati e non. A degustare e girare per le cantine sparse nei territori più vocati al vino, quest’anno ce ne saranno 70, provenienti da vari paesi europei, dal Nord America e dall’Asia.
Da quando, nel 1998, Assovini è stata fondata dai tre pionieri dell’enologia siciliana, Diego Planeta, Lucio Tasca d’Almerita e Giacomo Rallo (patron del gruppo Donnafugata), l’universo enologico della regione è profondamente mutato. Il ‘salto’ qualitativo della produzione ha ormai messo in ombra lo schema di riferimento che aveva per lungo tempo identificato il vino siciliano solo come prodotto da taglio, per correggere vini creati altrove in Italia, affermando invece la viticultura come un comparto centrale dell’economia agroindustriale isolana. “Le cantine riunite in Assovini sono riuscite a crescere perché hanno cominciato a muoversi secondo logiche di squadra – afferma il presidente Antonio Rallo. Se su questo fronte la strada da percorrere è ancora lunga, “i numeri che presentiamo e discuteremo in questa edizione del decennale sono comunque importanti, rimarca Rallo. L’insieme delle aziende di Assovini rappresenta l’80% del fatturato complessivo del vino siciliano e il 59% dell’export”.
“Sin dall’inizio Sicilia en Primeur – continua Rallo - è stato un progetto mosso dalla finalità di proiettare sui mercati internazionali l’orgoglio dell’identità siciliana. Lo realizziamo di anno in anno grazie alla collaborazione delle istituzioni, come l’Assessorato regionale all’Agricoltura, la Provincia e la Camera di Commercio di Palermo e grossi gruppi imprenditoriali privati, come Banca Nuova, ormai un partner consolidato”. Dal canto suo, l’istituto bancario di Vicenza, che collabora con le cantine apicali siciliane dal 2002, ha arricchito anche quest’anno la sua offerta di strumenti per agevolare l’accesso al credito delle aziende vitivinicole nelle diverse fasi della propria attività. La novità del 2013 si chiama Expo, un prodotto studiato per la promozione dei brand aziendali mediante finanziamenti da destinare alle spese di partecipazione alle fiere internazionali del settore agroalimentare. In particolare, crediti per supportare i costi d’affitto e per l’allestimento degli stand, del trasporto dei materiali e dei servizi di traduzione. “Aprirsi all’estero è una delle misure del futuro dell’impresa siciliana” considera il presidente di Banca Nuova Marino Breganze. Crediamo fermamente nel sostegno di questa espansione e vogliamo attuarla accompagnando i produttori nel mondo e mettendo a disposizione i nostri uffici di rappresentanza in Oriente, in Sudamerica, a New York e tra pochi mesi anche a Mosca”.
Come da tradizione, la degustazione ufficiale, riservata alla stampa specializzata e quella aperta al pubblico (nel pomeriggio di sabato 27) con oltre 250 vini, sia quelli dell’ultima vendemmia, da assaggiare appunto in anteprima, sia delle annate già in commercio, sarà preceduta da 5 ‘enotour’riservati ai giornalisti, uno per ciascuno dei principali territori vitivinicoli dell’Isola.
I temi che la prossima settimana si alterneranno tra i banchi d’assaggio e la tavola rotonda finale di Sicilia en Primeur saranno molti. Per esempio, il processo di razionalizzazione del vigneto siciliano. “Dobbiamo insistere sulla salvaguardia delle peculiarità che lo distinguono e sulla conservazione della biodiversità come elemento fondativo della nostra agricoltura”, dice Dario Cartabellotta, assessore regionale all’agricoltura.
L’argomento centrale della conferenza finale di domenica 28, sarà ‘Lo Studio del passato per costruire il Futuro. Le origini genetiche del vigneto siciliano”. E come ogni anno, sarà elaborato da Attilio Scienza, docente dell’Università Statale di Milano tra i massimi studiosi dell’enologia a livello mondiale. “Grazie al supporto della Regione la ricerca sui cloni dei cosiddetti ‘vitigni reliquia’, ossia varietà andate perdute e dimenticate da secoli, rappresenta una risorsa fondamentale per creare prodotti sempre più caratterizzati e idonei a affermarsi nel mercato proprio perché capaci di esprimere storia e identità dei territori – rimarca Antonio Rallo. Di questo passo, tra qualche anno sarà possibile leggere nella composizione dei nostri blend nomi di vitigni oggi sconosciuti ma dalla lunga storia, come, per esempio, l’’albanello’, il ‘vitrarolo’ o il ‘catanese’.
Antonio Schembri

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