Mafia, colpo al mandamento di Belmonte Mezzagno: 9 arresti. Catturato il capo che era anche custode delle armi

Disarticolato il mandamento di Belmonte Mezzagno. I carabinieri dopo una lunga indagine partita nel 2020, hanno arrestato nove persone su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, per i reati di associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi clandestine e ricettazione, questi ultimi reati aggravati dal metodo e dalle modalità mafiose. Secondo tale provvedimento, per l’appunto, sussistono gravi indizi per affermare la piena operatività dell’organizzazione criminale “Cosa Nostra” a Belmonte Mezzagno, che nell’ultimo triennio è stato teatro di fatti di sangue dell’intera provincia di Palermo.
L’attività d’indagine, infatti, consegue ai seguenti gravissimi eventi criminali:

- il 10.1.2019, a Belmonte Mezzagno, cadeva vittima di un agguato di tipo mafioso Vincenzo Greco ritrovato nella propria autovettura, attinto da numerosi colpi di arma da fuoco;

- l’8.5.2019, a Belmonte Mezzagno, veniva rinvenuto cadavere Antonio Di Liberto, raggiunto da colpi di arma da fuoco mentre si trovava a bordo della propria autovettura;

- il 2.12.2019, a Belmonte Mezzagno, Giuseppe Benigno, mentre guidava la sua autovettura, veniva affiancato da due persone a bordo di uno scooter che gli sparavano contro 9 colpi d’arma da fuoco, di cui solo due raggiungevano la spalla sinistra. Benigno riusciva a fuggire riuscendo a raggiungere il pronto soccorso dell’Ospedale Civico di Palermo;

- il 28.2.2020, a Belmonte Mezzagno, cadeva vittima di agguato Agostino Alessandro Migliore, fratello di Giovanni Migliore, ritenuto ‘uomo d’onore’ della famiglia di Belmonte Mezzagno e allo stato detenuto. Agostino Migliore, dopo essere uscito di casa, veniva ucciso da (12 colpi cal. 7, 65) mentre metteva in moto la propria autovettura.

Sempre secondo l’ordinanza cautelare sarebbe emerso che;

- l’operatività e lo stretto controllo sul territorio esercitato della decina, ritenuta la più potente e pericolosa della famiglia di Belmonte Mezzagno, dalla quale emergerebbe la figura di Agostino Giocondo. Questi, avrebbe coordinato l’attività nei settori tipici di controllo di Cosa Nostra, curando il mantenimento dell’ordine pubblico sul territorio e adoperandosi – in modo paritetico ad altri sodali oggi arrestati – per la risoluzione di svariate controversie tra privati. In particolare, risulterebbe essersi attivato per il sostentamento dei detenuti della famiglia di Belmonte Mezzagno e per la restituzione della refurtiva asportata ad un commerciante, organico alla famiglia mafiosa e anch’egli arrestato, con il quale, sfruttando la forza di intimidazione avrebbe influenzato la libertà di iniziativa economica locale, limitando la possibilità di esercizio ad aziende concorrenti;

- la piena ed attuale disponibilità di armi da parte della famiglia di Belmonte Mezzagno, delle quali solo due sono state rinvenute: un fucile da caccia marca Winchester cal. 12 con matricola parzialmente punzonata e un revolver cal. 38 special Smith & Wesson con matricola abrasa. La pistola, provento di una vecchia rapina, è stata sequestrata nel corso di un tentativo, messo in atto dai sodali, di venderla a palermitani, permettendo così di configurare agli arrestati, oltre che la ricettazione, anche l’aggravante di cui al comma 5 dell’art. 416 bis. In particolare sarebbe attribuibile, sulla base delle risultanze sino ad ora acquisite, ad Agostino Giocondo il ruolo di presunto custode dell’arsenale della famiglia di Belmonte, poiché questi risulterebbe coinvolto in ciascuna delle vicende riguardanti le armi della consorteria.

Nel corso degli anni i miltari del Comando Provinciale Carabinieri di Palermo, ha sviluppato un articolato percorso investigativo, coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, che ha permesso l’esecuzione, in 15 anni, di importanti operazioni nei confronti di esponenti delle famiglie mafiose del mandamento di Misilmeri- Belmonte Mezzagno, tra cui, “Perseo” (2008), “Sisma” (2009 e 2011), “Jafar” e “Jafar 2” (2015) e “Cupola 2.0” (2018/2019).

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